L’immagine in evidenza rappresenta il giardino della Predara come si presenta oggi (David Montone, 2020)
La pratica dell’estrazione della pietra calcarea nella collina di Trento è stata millenaria, probabilmente coeva allo sviluppo della Tridentum romana. Fu l’apertura della ferrovia nel 1859 a dare un vero e proprio impulso all’estrazione. Prima i trasporti erano lenti, ma poi i treni consentirono velocità e abbassamento dei costi. Fu così che molti degli edifici di Vienna, tra i quali il Palazzo della Borsa e del Parlamento, vennero costruiti anche con pietra trentina. Agli inizi del ‘900 però l’attività iniziò a soffrire la concorrenza veronese e vicentina e l’introduzione di nuove tecniche di lavorazione.


Il giardino della predara era dunque una vera e propria cava, che con le sue pietre dava del lavoro agli abitanti del quartiere. L’aver trasformato quella cava in un piccolo parco è stato frutto di una forte mobilitazione della gente del quartiere e di una petizione firmata da più di 300 persone. È proprio anche grazie all’iniziativa di queste persone che dal 1990 vi sorge un bellissimo parco pubblico e non un gigantesco albergo. Il progetto iniziale prevedeva un albergo lungo tutto il parco.

Le “predare” difatti quando finirono di essere la più importante risorsa economica del quartiere divennero l’unico parco del rione. Era un luogo di ritrovo e si racconta che ragazzini capeggiati da piccoli capi gang si divertivano a fare battaglie di sassate in questo parco ed è un miracolo che non vi fosse mai scappato il morto.

È strano pensare che in un luogo, dove, in passato i tagliapietra si logoravano le braccia e si rovinavano i polmoni, oggi vi hanno sede la Fondazione Museo Storico Trentino e la Bookique. Proprio sopra queste cave oggi l’ambiente ferve di storia, musica e cultura. In questo difficile periodo non possiamo non pensare con nostalgia a un piacevole concerto dal vivo, purtroppo al momento irrealizzabile.

Bibliografia:
• Gente di Quartiere, R. Francescotti, Editrice Innocenti, Trento, 1980
• Trento Nuova, le sue strade, le sue storie, M. Lando, Curcu Genovese Dizionari, Trento, 2018.