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Un parco che era una cava

di Federico Duca

L’immagine in evidenza rappresenta il giardino della Predara come si presenta oggi (David Montone, 2020)

La pratica dell’estrazione della pietra calcarea nella collina di Trento è stata millenaria, probabilmente coeva allo sviluppo della Tridentum romana. Fu l’apertura della ferrovia nel 1859 a dare un vero e proprio impulso all’estrazione. Prima i trasporti erano lenti, ma poi i treni consentirono velocità e abbassamento dei costi. Fu così che molti degli edifici di Vienna, tra i quali il Palazzo della Borsa e del Parlamento, vennero costruiti anche con pietra trentina. Agli inizi del ‘900 però l’attività iniziò a soffrire la concorrenza veronese e vicentina e l’introduzione di nuove tecniche di lavorazione.

La foto vecchia è stata tratta da p. 78 di Trento, aspetti e immagini di ieri, E. Fox, Editrice Temi, 1984, Trento. La foto appartiene alla collezione di Luciano Eccher (AFS, Soprintendenza per i beni culturali, PAT). La foto contemporanea è invece di David Montone (2020).

Il giardino della predara era dunque una vera e propria cava, che con le sue pietre dava del lavoro agli abitanti del quartiere. L’aver trasformato quella cava in un piccolo parco è stato frutto di una forte mobilitazione della gente del quartiere e di una petizione firmata da più di 300 persone. È proprio anche grazie all’iniziativa di queste persone che dal 1990 vi sorge un bellissimo parco pubblico e non un gigantesco albergo. Il progetto iniziale prevedeva un albergo lungo tutto il parco.

Il parco della predara oggi, adesso sede della Bookique, famoso luogo di aggregazione giovanile in città (David Montone, 2020)

Le “predare” difatti quando finirono di essere la più importante risorsa economica del quartiere divennero l’unico parco del rione. Era un luogo di ritrovo e si racconta che ragazzini capeggiati da piccoli capi gang si divertivano a fare battaglie di sassate in questo parco ed è un miracolo che non vi fosse mai scappato il morto.

Il parco della predara visto dall’alto (David Montone, 2020)

È strano pensare che in un luogo, dove, in passato i tagliapietra si logoravano le braccia e si rovinavano i polmoni, oggi vi hanno sede la Fondazione Museo Storico Trentino e la Bookique. Proprio sopra queste cave oggi l’ambiente ferve di storia, musica e cultura. In questo difficile periodo non possiamo non pensare con nostalgia a un piacevole concerto dal vivo, purtroppo al momento irrealizzabile.

La cava in una foto del 1909 (BDT, biblioteca comunale di Trento)

Bibliografia:

Gente di Quartiere, R. Francescotti, Editrice Innocenti, Trento, 1980

Trento Nuova, le sue strade, le sue storie, M. Lando, Curcu Genovese Dizionari, Trento, 2018.

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Pubblicato da Federico Duca

Dopo essermi diplomato senza infamia e senza lode al liceo classico “G. Prati” di Trento, al momento studio Giurisprudenza all’università di Trento. Appassionato di storia locale e giornalismo, qui cerco di sviluppare le mie passioni tra un esame e l’altro.